alla scoperta di Scilla guidati da Pasquale Campolo

prendendo spunto dal mio ultimo libro: Tra mito e realtà. Viaggiando per la Calabria.”  Pasquale Campolo ci guida alla scoperta di questa cittadina la cui origine si perde nella notte dei tempi

Scilla, cittadina in provincia di Reggio Calabria, sorge su un promontorio all’ingresso settentrionale dello stretto di Messina. Mitica è la leggenda di Scilla e Cariddi, quest’ultima in Sicilia in provincia di Messina.
Fin dall’antichità lo stretto di Messina fu ricco di fascino ed ha contribuito a creare diversi miti. La navigazione nello stretto è sempre stata molta difficoltosa per via delle forti correnti e vortici che vi si formano. La più nota e quello che gli antichi chiamarono Cariddi (colei che risucchia), che si forma davanti alla spiaggia del Faro e l’altro Scilla (colei che dilania), che si forma sulla costa calabrese da Alta Fiumara a Punto Pizzo.

secondo la mitologia greca, Scilla era una ninfa marina che per gelosia fu trasformata da Circe in un mostro, al posto delle gambe ebbe sei teste di cane e lunghe code di serpente

il centro storico di Scilla si sviluppa intorno alla Piazza San Rocco, nella quale sorge la chiesa di San Rocco, patrono di Scilla, e il palazzo comunale. Questa piazza sorge a strapiombo sullo stretto di Messina e sul Castello Ruffo

altro quartiere molto caratteristico è Chianalea. Questo nome deriva da una antica imbarcazione a remi denominata Galea sinonimo arcaico di pescespada. Da qui il nome piana delle Galee

elemento caratteristico di questa quartiere sono le numerose case costruite in riva al mare. Tanto che le barche entrano direttamente in casa e per questo è stata soprannominata la “Venezia del Tirreno

altra zona caratteristica è Marina Grande. Si tratta della zona della spiaggia, delimitata, a sud e a nord, da due imponenti costoni di roccia. Da qui si può ammirare l’entrata nord dello stretto di Messina

guarda la galleria fotografica proposta da Pasquale Campolo

il Bosco di Legnano – mostra fotografica di Pasquale Campolo

il Parco Castello

il Bosco di Legnano, più comunemente conosciuto come “parco Castello” per la presenza di una fortificazione medioevale, il Castello Visconteo, è un’apprezzata oasi di verde e di tranquillità per i legnanesi e per i cittadini dei comuni circostanti

il parco ha importanti dimensioni, conta infatti un’estensione di quasi 25 ettari, ed oltre che occasione di svago e sport per le persone rappresenta un importante habitat per numerose specie animali, uccelli, roditori, ecc… che qui possono trovare riparo e cibo

passeggiando per le stradine ed i sentieri del Bosco di Legnano, il nostro fotografo Pasquale Campolo ha colto e collezionato immagini degli animali che lo popolano o che lo frequentano facendovi tappa, e che presentiamo in questa galleria fotografica, buona visione

 

Mostra fotografica “Cipree, meraviglie dei mari”

anche il 2021 si apre con una mostra fotografica, questa volta dedicata alle Meraviglie dei Mari: le Cipree, ovvero la conchiglia “casa del mollusco” che la costruisce e vi abita

le immagini, tratte dalla collezione di conchiglie di Claudio Bobbi, propongono un viaggio immaginario nei mari di tutto il mondo: dal Mediterraneo al Pacifico, dall’Atlantico al Mar Rosso, ma restando comodamente seduti a casa propria e con i piedi ben asciutti

visita la mostra fotografica sulle cipree, in sottofondo lo sciacquio del mare sulla spiaggia di ciottoli (per il profumo di salsedine ci stiamo attrezzando ….)

Le banconote dei prigionieri di guerra, Mostra Fotografica dalla collezione di Graziano Bersan

prigionieri di guerra

questa Mostra Fotografica presenta una collezione numismatica molto particolare: Banconote dei Prigionieri di Guerra della Grande Guerra, la raccolta costituita negli anni è stata curata con passione da Graziano Bersan

in primo luogo occorre precisare che non si tratta di denaro circolante, infatti, le banconote rilasciate ai prigionieri di guerra non era valuta spendibile ma titoli di credito utilizzabili per scambi soltanto all’interno del campo di prigionia

questo sostituto del denaro nasce con il duplice scopo di dare una ricevuta del denaro sottratto al prigioniero e di evitare che, in caso di fuga dal campo, questi potesse disporre di denaro spendibile

durante la prima guerra mondiale vennero stampate diverse tipologie di queste banconote differenziate fra loro per disegno, colore, valore, luogo di prigionia e data di scadenza, quest’ultima a volte riportata sul retro

la scritta “Notgeld“, cioè “non è denaro“, che si ritrova su alcune di queste sta proprio ad indicare che la banconota non ha nessun valore circolante e non è spendibile fuori dal campo di prigionia; per approfondire visita la pagina web di Wikipedia

vai alla galleria fotografica delle banconote dei prigionieri di guerra